Ci sono luoghi che raccontano la nostra storia e la nostra coscienza civile. Uno di questi è il monumento dedicato al giudice Rosario Livatino, ucciso il 21 settembre 1990, oggi Beato e modello di integrità. Quel monumento non è soltanto oro, pietra e cemento: è memoria viva, simbolo di giustizia, monito per le nuove generazioni.

Purtroppo, il tempo e l’incuria hanno segnato questo spazio, che meriterebbe invece rispetto e cura costante. Lasciare che un simbolo così importante venga dimenticato o trascurato significa abbandonare un pezzo della nostra identità collettiva.

Ripristinare il monumento è un gesto di manutenzione e un atto di responsabilità. È un impegno che riguarda le istituzioni, le associazioni, i cittadini, le scuole: tutti possiamo e dobbiamo sentirci coinvolti.

Rimettere a nuovo quel sibolo vuol dire restituire dignità a chi ha sacrificato la propria vita per i valori più alti della giustizia e della legalità. Vuol dire dare un segnale forte alle giovani generazioni, affinché comprendano che la memoria non è un peso, ma una risorsa.

Amministrazioni, realtà culturali e comunità locali attivatevi insieme a me, per riportare questo monumento alla sua bellezza originaria. È un dovere verso la storia, è un investimento sul futuro.

Perché la memoria di Rosario Livatino resti viva e sia luce per tutti noi.