Immaginate un Vittorio Sgarbi con i suoi soliti capelli sparati verso il cielo come antenne di ricezione artistica, intento a recensire le opere di Vincenzo Greco mentre viene travolto da una violenta folata di vento. La sua espressione assorta e autorevole rende chiaro il suo intento: anche contro tutte le raffiche di vento e i capelli in aria, Sgarbi non si fa intimidire, perché la sua conoscenza artistica non ha rivali.

E poi c'è Vincenzo Greco, l'artista che sembra aver messo i suoi capelli svitati direttamente in azione. Con la sua folta chioma di capelli alzati, sembra volare nel vento come un supereroe a sfidare i mulini a vento, un pennello impazzito dell'arte contemporanea. Ma non preoccupatevi, cari amici, posso sembrare un pazzo scatenato, ma in realtà sono solo un artista dotato di visione artistica e di una pettinatura fuori dal comune!

Questa foto è la prova definitiva che l'arte non conosce regole, pettini o forse nemmeno il senso del ridicolo. Mentre le nostre ciocche fluttuano nell'aria, ci insegnano che l'arte può essere selvaggia, indisciplinata e persino un po' disordinata. Eppure, in qualche modo, tutto sembra avere un senso, perché in arte siamo noi artisti a dettare le regole. O, meglio ancora, a non seguirla proprio!

Quindi osserviamo questa foto e l'incredibile forza del vento che ha reso possibile un incontro tanto epico tra il critico d'arte autocelebrante Vittorio Sgarbi e l'artista dalla chioma ribelle Vincenzo Greco. Un accorato sguardo alle acconciature avventurose, perché se c'è una cosa che è giusto affermare, è che l'arte non deve temere niente, nemmeno un pettine!